domenica 18 novembre 2012

F1 - GP Stati Uniti, vince Hamilton e Alonso limita i danni



Un bagno di folla ad assistere oggi a questa gara, con un aumento sensibile delle temperature rispetto i giorni scorsi, il che è un‘ottima notizia visto l’asfalto così scivoloso. Una sola sosta attende nelle previsioni i piloti, che partono tutti con le medie tranne Button e Rosberg con le hard. La Ferrari ‘sacrifica’ Massa arretrato per sostituzione del cambio di cinque posizioni, e Alonso così parte settimo dalla griglia. Ricordiamo che lo spagnolo non è nuovo a grandi prestazioni partendo da dietro, e per non smentirsi anche qui negli USA è già quarto dopo la prima curva, dietro alle due Red Bull ed Hamilton. Intelligente (seppur discutibile) la strategia Ferrari in questo caso, che preferisce retrocedere un proprio pilota ma farli partire entrambi dalla sinistra, evitando la parte asfaltata solo due mesi fa e sporca, quindi meno performante. Al quarto giro Hamilton passa Webber al suo secondo tentativo e si mette all’inseguimento del leader. Per quanto riguarda la corsa al mondiale, tra Vettel ed Alonso c’è un secondo di differenza nei tempi sul giro; se la Rossa continua ad avere i medesimi problemi delle qualifiche avrà bisogno ancora di qualche giro per stare coi primi. I distacchi nel frattempo diventano sempre più ampi (Raikkonen quinto si trova a 22 secondi dalla testa), mentre i due davanti sono ormai appaiati. Al 17° giro Webber deve ritirarsi cedendo la terza posizione ad Alonso che sta però a 13 secondi. Dopo l’unica sosta, che viene effettuata da quasi tutti tra il ventesimo e il trentesimo giro, le posizioni rimangono invariate almeno per quanto riguarda il podio virtuale. Una volta riportate le gomme in temperatura i primi due riprendono la lotta, infastiditi ulteriormente dai doppiati. Button sfrutta la scelta iniziale in questa seconda parte di gara, in cui gli altri con le dure non riescono più a fare gli stessi tempi di prima, mentre Alonso pur se terzo sta oramai a mezzo minuto quando mancano meno di venti giri. Dietro di lui ottima gara per il compagno Massa. Una mano alla scuderia di Maranello la dà di lì a poco Hamilton che supera Vettel dopo averlo ’marcato’ per l’intera gara. Il tedesco non molla ma non riesce a riprendersi la prima posizione e si deve accontentare di un secondo posto, seguito da Alonso con un distacco però abissale. Dunque non si chiude qui il mondiale, che vedrà il suo epilogo ad Interlagos in Brasile nell’ultimo appuntamento del campionato, con il pilota Red Bull ancora avanti di 13 punti. Viceversa la classifica costruttori vede oggi la scuderia anglo-austriaca portarsi a casa il trofeo. La prossima settimana scopriremo, dopo una stagione effervescente, se farà il bis con Vettel o Alonso riuscirà in un piccolo miracolo sportivo.

Voto 9 ad…Hamilton e Vettel: bella davvero la sfida tra i due, che nonostante certamente abbiano a disposizione le migliori vetture, sono comunque senza dubbio dei grandi campioni. Nello specifico, l’inglese è tornato al podio riuscendo a superare la super-favorita Red Bull del tedesco, che comunque si può ben accontentare di questo secondo posto. Perché se è vero che non gli regala la certezza matematica del titolo, gli dona comunque una certa tranquillità nell’affrontare l’ultima gara in cui a meno di una catastrofe planetaria difficilmente potrà sfuggirgli. 

Voto 8 al…”Made in USA”: saranno pure operazioni commerciali, però a noi è piaciuto questo weekend, con una pista spettacolare, i tifosi che riempiono gli spalti (a differenza di altri appuntamenti prettamente per il pubblico televisivo) e quello spirito goliardico tipicamente americano, come i piloti sul podio coi cappelloni da texani…il prossimo anno vogliamo anche il lazo e i tori meccanici!

Voto 4 a…Ferrari: se si vuol vedere il bicchiere mezzo pieno, oggi entrambi i piloti hanno dimostrato di non fare solo presenza, tant’è che il voto per loro sarebbe sicuramente oltre la sufficienza. Ma questa macchina…no proprio no. Perché se si guarda il terzo e quarto posto ottenuti ci sarebbe davvero da mettere la firma, peccato che Alonso arrivi a 40 secondi, in fortissimo ritardo non solo sulla ’solita’ Red Bull ma anche sulla McLaren. E i distacchi sono stati per l’intera gara più o meno questi, facendo capire a tutti che era il massimo ottenibile. 

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