É
stata una settimana ricca di eventi, nonostante lo stop per le
nazionali: due le tragedie che hanno colpito la società e i tifosi,
con la dipartita del giornalista Claudio Lippi e del cantautore Enzo
Jannacci, e nuove polemiche ad accompagnare la brutta faccenda
dell'Is Arenas. Tutto sommato l'unica sorpresa vera in formazione è
l'introduzione dal primo minuto di Robinho. Il campo è pesante visto
che come in mezza Italia piove da giorni, anche se ha smesso pochi
minuti prima dell'inizio del match. Il gioco è quindi lento e
compassato; entrambe le squadre faticano a creare azioni degne di
nota su un terreno così, ma il Chievo ad onor del vero è più
pericoloso di noi nei primi venti minuti. Al 25' però la partita si
sblocca: un calcio di punizione di Balotelli trova, sulla respinta
del portiere del Chievo, il guizzo vincente di Montolivo. È 0-1,
alla prima azione offensiva troviamo il gol ma è da qui che si
inizia a fare sul serio. I veneti non mollano, anzi sono anche un pò
troppo aggressivi in alcune entrate. Al 40' altra punizione di
SuperMario e altra respinta di Puggioni, ma stavolta nessuno dei
nostri va al tap-in. Lo stesso avviene due minuti dopo. Il termine
del primo tempo è ricco di scontri e povero di occasioni, così si
va al riposo con un solo gol di distacco. Milan non brillantissimo,
che col minimo sindacale riesce comunque ad ottenere un vantaggio che
la pone momentaneamente al secondo posto, il Chievo fa quanto in suo
potere mettendo in campo un grande orgoglio, che però di fronte allo
strapotere tecnico del Diavolo nulla può. Il secondo tempo inizia
sotto la pioggia, ma nonostante questo i ritmi sono buoni anche se i
tiri più pericolosi arrivano sempre da punizione. È ormai un duello
tra il Balo e Puggioni. Anche Robinho vuol dire la sua, ma il suo
destro viene parato dal portiere clivense. Un paio di minuti dopo, al
70', è stavolta Abbiati ad essere impegnato da Luciano, ma il nostro
la mette in corner. Ormai è un vero e proprio acquazzone, eppure la
partita rimane piacevole. Mentre si avvicinano gli ultimi 10 minuti,
arriva il secondo giallo per Dainelli che lascia il Chievo sotto,
oltre che di un gol, anche di un uomo. Al 39' esce Robinho stremato
(non giocava dal primo minuto da dicembre) ed entra Niang. Ultimi
istanti di puro possesso palla, ma il Chievo non ci sta e si rischia
un paio di volte con palle vacanti nella nostra area. È la forza
della disperazione ma i nostri tengono bene. Il triplice fischio
arriva a sancire una vittoria non semplice ma fortemente voluta, una
prova corale di concretezza più che di spettacolo ma sono comunque 3
punti che permettono di stare lassù, cercando la qualificazione
diretta alla Champions.
sabato 30 marzo 2013
domenica 24 marzo 2013
F1 – GP Malesia, Vettel vince Alonso subito fuori
Il
tempo è quello tipico del luogo: grosse gocce cadono dalle nuvole
sul tracciato, ma a tratti il sole cocente della Malesia fa capolino.
Le condizioni peggiori per scegliere le gomme, infatti alcuni già
vanno fuoripista per raggiungere la griglia. Si va da una scelta Full
Wet ad addirittura una gomma da asciutto, ma alla fine tutti partono
con le intermedie. Raikkonen viene retrocesso di 3 posizioni per aver
ostacolato Rosberg in qualifica. Alla partenza si tamponano Vettel ed
Alonso; invece di rientrare alla fine del primo giro la Ferrari tenta
l'azzardo, piuttosto incomprensibile, di proseguire e così facendo
l'ala si rompe del tutto, eliminando lo spagnolo dalla gara. Davanti
si piazzano subito le due Red Bull, con Webber che riesce a fare
finalmente una gran partenza. Immediatamente dietro le due Mercedes.
Vettel e Massa al 6º giro sono i primi a cambiare le gomme e montare
le medie, seguiti man mano da tutti gli altri. E ai box se ne vedono
di ogni: le Force India che rientrano contemporaneamente, Hamilton
che si dimentica di aver cambiato squadra e si ferma alla McLaren
(!!!), qualche scontro senza conseguenze e comiche varie...tornando
con un occhio alla gara vediamo come davanti dopo 15 giri non è
cambiato nulla se non uno scambio di posizioni tra le due Red Bull.
Si torna ai box intorno al ventesimo giro, nuovi problemi per Force
India ma stavolta niente show, solo il ritiro di Di Resta. Neanche
dieci giri dopo si ritira anche Sutil. È scontro al rientro
dall'ultimo pit stop tra compagni di squadra: quando mancano una
decina di giri Vettel tallona e infine passa Webber, Rosberg e
Hamilton fanno lo stesso tra loro dietro, ai muretti c'è tensione e non si festeggia come al solito all'arrivo. Massa
limita i danni per la Ferrari arrivando 5º. Ci saranno spiegazioni
da darsi tra i piloti dei due team sul podio, ma secondo noi Vettel
ha fatto bene a rischiare, cosa che l'ha portato a vincere anche contro il volere della sua stessa squadra, mentre non approviamo gli ordini
di scuderia della Mercedes a Rosberg che ha praticamente dovuto
lasciare il podio ad Hamilton: compagni o no, vince chi va più
veloce, anche se a discapito del marchio. Questo vuole lo sport, il
resto è business.
Voto
9 a...Red Bull: aria di burrasca e non parliamo del meteo. Webber ha
più l'aspetto del pugile, pronto a sferrare qualche gancio, che del
pilota quando arriva al parco chiuso. Comunque che si tratti del
deluso australiano o del vincente tedeschino, ancora una volta anche
quest'anno la loro scuderia si dimostra quella da battere, quella più
regolare e che riesce sempre a trovare, anche in condizioni molto
particolari come quelle di oggi, l'assetto migliore.
Voto
8 a...Mercedes: rispetto allo scorso anno un salto di qualità
notevole, ma...c'è un ma. Rosberg non è contento di essere ancora
considerato la seconda guida, e fino alla fine della gara rimane attaccato ad
Hamilton per dimostrare il suo valore. Tecnicamente è chiaro che i
cambiamenti fatti anche a livello di management stanno già portando
risultati, da rivedere però i rapporti tra i piloti, anche se
l'inglese fa poi il diplomatico.
Voto
2 a...i box: ok situazione al limite dell'umano tra un caldo
tropicale e l'incertezza del prossimo monsone, ok la tensione della
gara e siamo appena ad inizio stagione, però c'è stato un momento
in cui mi è partita in automatico la musichetta di Benny Hill nel
vedere certe scene. Possibile che gente strapagata e con grandi
responsabilità riesca a fare certe figure di m...?? Ebbene signori,
sì è possibile!
sabato 23 marzo 2013
F1 – Qualifiche Sepang, dietro al solito Vettel si vedono le due Rosse
Con Kimi “Iceman” Raikkonen che a
sorpresa è davanti a tutti nella classifica piloti dopo la prima
gara, si arriva al secondo appuntamento in Malesia col suo caldo
umido e le sue piogge improvvise e torrenziali. Fortunatamente, a
differenza di settimana scorsa in Australia, si parte senza intoppi e
senza nuvole. A Sepang ricordiamo l'asfalto è particolarmente
abrasivo, inoltre c'è curiosità per vedere chi monterà da subito
le gomme morbide per potersi qualificare. Vergne, Bottas, Bianchi,
Pic, Chilton e Van der Garde vanno subito fuori in Q1; Vettel si
salva per un pelo, davanti c'è Sutil con la Force India. Q2 che fa
appena in tempo ad iniziare che subito comincia a scendere l'acqua,
dapprima solo con qualche goccia tale da permettere ai primi in pista
di fare un giro lanciato, ma facendosi pian piano più insistente,
non permettendo così a diversi piloti di qualificarsi per la pole.
Questi sono Grosjean, Hulkenberg, Ricciardo, Gutierrez, Di Resta e
Maldonado (senza tempo). Top 10 che si decide quindi sul bagnato,
anche se qualche timido raggio di sole riesce già ad asciugare
alcuni tratti. Ovviamente in queste condizioni tutti scendono con le
intermedie; incredibili le Red Bull che sono andate parecchio male
nelle sessioni precedenti eppure riescono a marcare tempi record
sotto la pioggia. Ma anche Hamilton ci crede; la pole sembra una cosa
tra di loro ma nell'ultimo giro Alonso si mette davanti a tutti. La
sua gioia dura poco però, perchè Vettel chiude la sua qualifica con
un secondo meno dello spagnolo, che si vede scavalcato anche dal
compagno Massa. Domenicali però è cauto e non festeggia; sa che
domani sarà realmente un altro giorno, con un meteo assolutamente
imprevedibile tutto sarà possibile. Red Bull che si dimostrano
imbattibili in qualifica, ma non così in gara, mentre la Ferrari si
gode il buon momento di Massa e il solito Fernando.
domenica 17 marzo 2013
F1 – Qualifiche GP Australia, caos meteo ma la spunta il solito Vettel
Ci
siamo. Finalmente dopo fiumi di parole, proclami e polemiche più o
meno tipiche del circus, si parte con le prime qualifiche dell'anno,
a Melbourne in Australia. E se è valido il detto per le spose, sarà
un anno fortunato: infatti sabato piove a dirotto sul circuito, tanto
da far slittare, dopo due uscite della safety car, di 30 minuti il
Q1, e partire quindi alle 17,30 ora locale. Curiosità ovviamente per
vedere le new entry ma anche i nomi noti che hanno cambiato
monoposto, perché è solo adesso che contano davvero le prestazioni.
Con l'attesa aumentano i possibili problemi di aquaplaning ma anche
di visibilità, sia per la pioggia che per le tenebre che
sopraggiungono. Vettel, campione in carica, si è dimostrato
nuovamente il pilota da battere durante le libere. Mercedes prime a
saggiare l'asfalto, naturalmente tutti con le Full Wet. Clamoroso
testacoda e paura per Hamilton dopo pochi minuti, la sua vettura
rimane parcheggiata una manciata di secondi ma dopo qualche manovra
riesce a ripartire, seppur con un'ala danneggiata. Uscite, 360° e
simili anche per Webber, Massa e Perez. Nulla di grave comunque, anzi
verso la fine della Q1 tutti montano le intermedie con la pista che
man mano si asciuga. Pic e Gutierrez toccano le barriere proprio
negli ultimi secondi e vengono eliminati insieme a Chilton, Van der
garde, Bianchi e Maldonado, unica vera sorpresa. Ci si ferma
nuovamente per la pioggia battente al termine della prima sessione,
il tutto viene rinviato e rinviato di continuo, e quando l'attesa si
avvicina all'ora la conferma: si riprenderà domenica mattina per la
Q2 e Q3. Alla ripresa, ore 1 italiana, qualche rovescio passeggero è
ancora presente ma decisamente meno forte: allora tutti dentro con le
intermedie. C'è bagarre perchè il cielo è comunque piuttosto scuro
e nessuno vuole rischiare di non qualificarsi a causa di un
peggioramento delle condizioni improvviso. A cinque minuti dal
termine della Q2 le McLaren
tentano per prime l'azzardo delle Super-soft, ma è davvero troppo
presto. Perez infatti non riesce a passare alla fase successiva, a
differenza del compagno Button che torna velocemente sui suoi passi e
riesce ad inserirsi nella top ten, così come le due Ferrari, le due
Red Bull e tutti i big. Ora la pista è davvero asciutta, e il
campione del mondo in carica inizia a mostrare davvero di che pasta è
fatto, lasciando tutti gli altri a più di 1 secondo con le
intermedie. Negli ultimi giri si montano le super-soft alla ricerca
del giro veloce e così si avvicinano ai tempi di Vettel il compagno
Webber e Hamilton che vanno così a coprire le prime tre posizioni,
seguiti dalle due Ferrari quarta (Massa) e quinta (Alonso). Se le
condizioni meteo rimarranno queste tra qualche ora, alla partenza
della gara, non sarà facile per nessuno, ma quel che è certo è che
ancora una volta le Red Bull sono le vetture da battere. Buon avvio
di stagione per la Mercedes, Rosse che puntano quantomeno al podio e
che rispetto ad un anno fa sono sicuramente in una posizione molto
più incoraggiante e positiva.
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mercoledì 13 marzo 2013
Calcio – Cuore rossonero: umiliazione al Camp Nou, addio Champions!
Remontada,
questa la parola d'ordine del Barcellona che in casa cerca di
ribaltare il risultato avverso dell'andata. Per entrambe le squadre
in campo si parte col 4-3-3 classico: a Messi, Villa e Pedro
rispondono El Shaarawy, Niang (che sostituisce l'infortunato Pazzini)
e Boateng. Un poco di arroganza da parte dei catalani (e 0
scaramanzia visti i precedenti proprio col Milan nel '94 nella mitica
finale di Atene del roboante 4-0 rossonero e con l'Inter nell'anno
del Triplete) che nei giorni che hanno preceduto questa sfida hanno
dato per scontato il passaggio del turno, come Messi nella foto qui
riportata. È proprio lui che a neanche cinque minuti dal fischio
d'inizio porta in vantaggio i blaugrana partiti subito fortissimo.
Milan assolutamente in bambola, non riescono a giocare una palla
buona che sia una: è assedio Barça. Di nuovo il Pallone d'oro ci va
vicinissimo al 12' dopo una ribattuta della traversa. Ok è
ufficiale: è tornato il vero Barcelona. Al quarto d'ora la difesa si
addormenta e Abbiati scivola; questa volta la dea bendata rimedia, ma
il Diavolo non può giocare così! Col passare dei minuti
inevitabilmente il ritmo si abbassa e i rossoneri riescono ad
arrivare anche davanti alla porta, ma con nessuna vera occasione a
parte il palo colto da Niang al 38', a cui due minuti più tardi
risponde di nuova la Pulce con un tiro da fuori. Messi però non
sbaglia, 2-0 e tutto da rifare. Milan imbarazzante, Barcellona che
torna ai suoi livelli abituali dopo un periodo poco brillante.
L'unico che prova a contrastarli è il Faraone. Pare ci siano 2-3
categorie di differenza tra le compagini, e la tattica usata a San
Siro non dà alcun frutto oggi. La ripresa riparte da dove si era
concluso il primo tempo, col Barca a fare la partita. Stavolta di
minuti ne passano 10 prima di vedere una rete, in questo caso di
Villa. Certo passeggiando per il campo non si va da nessuna
parte...al 60' Allegri butta nella mischia Robinho e Muntari al posto
di Ambrosini e Niang, ma il risultato non cambia. Nella disperazione
si tenta anche la carta dell'ex, inserendo Bojan per Flamini, ma
prosegue essenzialmente il monologo spagnolo che vede al 92' anche il
gol di Jordi Alba. Alla faccia di chi li dava per sfavoriti o
addirittura sul finire di un ciclo. Non sappiamo dire onestamente se
un'altra squadra avrebbe potuto tener testa agli 'alieni' del Camp
Nou, di certo stasera il Milan non ci ha neanche provato, ed è
questa la cosa che spiace di più. I giocatori non si nascondono
dietro quella che poteva essere (a detta dei commentatori sportivi
italiani) la svolta della partita, il palo nel primo tempo di Niang;
su questo tenore capitan Ambrosini "non è la partita che
dovevamo fare", punto. Che questa onestà serva per restare
umili e cercare la certezza della qualificazione nella prossima
stagione europea.
sabato 9 marzo 2013
Calcio – Cuore rossonero: pioggia e veleni, ma la vittoria è nostra
Proprio
un girone fa iniziò la nostra grande rimonta. In quest'anticipo ad
affrontare un Genoa che sta facendo bene nelle ultime giornate ma che
ancora lotta per la retrocessione, torna Niang e in panchina va il
Balo. Boateng a riposo in un accenno di turnover pensando, ma solo un
pochino, alla sfida di Champions. Rientra Constant e l'ottimo De
Sciglio (già proclamato erede di capitan Maldini) si riprende la
fascia di competenza. A Marassi piove ma più importante è il clima
sugli spalti, dove il ricordo della tragedia di Spagnolo è sempre
vivo. Molti sono gli ex di turno, dal Boa al Faraone passando per
Constant. Il campo, già certo non dei migliori, è ulteriormente
appesantito dalla pioggia che fa da padrone per i primi minuti di
gioco. E' solo intorno al 20' infatti che giunge il primo tiro in
porta con Niang; il guizzo giusto però arriva da un'altro dei nostri
attaccanti, Pazzini, che dopo un brutto fallo subito tira fuori gli
attributi e due minuti dopo dal limite dell'area avversaria la mette
sotto la traversa. Neppure il tempo di festeggiare, lo stesso Pazzo è
costretto ad uscire e lasciare il posto a Balotelli. Si comincia
finalmente a capire come muoversi nel pantano del Ferraris ed
entrambe le squadre macinano km, ma senza creare palle gol. Ad onor
di cronaca, il Genoa si lamenta di tre possibili rigori di cui 2 per
fallo di mano, che l'arbitro decide di non fischiare, secondo chi
scrive giustamente. Ma la partita nel frattempo si è incattivita,
almeno da parte dei Grifoni, che dopo il pessimo intervento di
Portanova su Pazzini che ha fatto infuriare anche Galliani in
tribuna, proseguono prendendosela tra gli altri con Balotelli già
claudicante di suo che riceve un calcio nello stomaco. Pare più un
incontro di boxe che di calcio, non esattamente il modo migliore per
tenere distesi gli animi dei tifosi, ma tant'è. Il primo tempo si
conclude dunque col vantaggio trovato in una delle rare occasioni
avute, che però passa in secondo piano rispetto all'infortunio di
Pazzini. La speranza è rivederlo già martedì al Camp Nou, ma
chissà se sarà possibile. All'inizio della ripresa entra Yepes al
posto di Mexes, che si affianca così al connazionale Zapata. Al 4'
l'aggressività dei rossoblu gli regala un palo pieno; altri 4 minuti
per ammirare il primo tiro della partita da parte di Super Mario.
Quando si avvicina il quarto d'ora esplode il destro di Flamini
deviato da Frey, antipasto perfetto al quinto gol di
Balotelli imbeccato alla perfezione da Zapata. Rissa al 20' con
Constant che prende un calcione da dietro, reagisce e viene espulso
per somma di ammonizioni. Entra così Abate al posto del povero
Faraone che viene anche fischiato dai suoi ex tifosi. Il match si
trasforma così in un'assedio genoano, solo l'attenzione e la
prontezza di riflessi di Abbiati evita il peggio. Con tanta, tanta
fatica però si riesce a portarla a casa e nonostante l'inferiorità
numerica, senza subire neppure gol. Si sale a 51 punti, sempre più vicino al
Napoli seconda e a +4 dalla Lazio. Il Genoa c'ha provato
mettendola sul piano esclusivamente nervoso, tattica che a volte paga
ma che difficilmente può darti i tre punti, essenziali come l'aria
per una compagine che sgomita nelle retrovie. Spiace ancora
sottolineare come non solo i giocatori in campo ma persino i
dirigenti invece di tenere un profilo basso durante e dopo la partita
continuino imperterriti a gettare benzina sul fuoco dei roghi
mediatici alla classe arbitrale. Non abbiamo visto errori così
eclatanti da ammettere teatrini, che noi per molto peggio tra l'altro
non abbiamo mai fatto. Questione di stile. E ora è ufficiale: la
testa è già a Barcellona.
domenica 3 marzo 2013
Calcio – Cuore rossonero: 3 gol per la terza posizione
Al
posto dello squalificato Mexes torna Yepes nell'ormai consolidato
4-3-3. Pazzini dentro per l'infortunato Balotelli. Neanche 3 minuti
bastano già per trovare due palle gol (e un possibile rigore non
dato sul Faraone) per El92 e il Pazzo, che mostrano di trovarsi a
meraviglia. All' 11' ancora Pazzini che non fa rimpiangere il Balo
con un ottimo cross a cercare la cresta di El Shaarawy. Al quarto
d'ora Rizzoli-show: altro dubbio su un fallo al limite dell'area
laziale, l'arbitro non sa bene che fare e perde 2-3 minuti a
discuterne coi giocatori per poi decidere per l'espulsione di
Candreva (chiara occasione da gol) e alla fine si va di punizione dal
limite. Anche De Sciglio per un soffio non trova la porta al 26'. Il
Pazzo nuovamente protagonista con una sorta di rovesciata al 36' che
si alza proprio davanti la porta, ma la gioia vera non tarda ad
arrivare a cinque minuti dalla fine del primo tempo, quando un
parapiglia in area biancoceleste fa arrivare la palla al Pazzo che
non perdona. Ma non è ancora finita: al 44' c'è ancora tempo per il
gol del Boa che la mette dentro da una respinta di Marchetti. Il
portiere laziale ha più di qualche colpa su entrambe le reti, ma in
generale la sua squadra ha smesso di giocare dopo essere rimasti in
10. Secondo tempo con Zaccardo che fa il suo debutto al posto di
Zapata. Dopo un quarto d'ora iniziale di tranquillità arriva anche
la doppietta di Pazzini con un tiro dalla distanza, che con un
pizzico di ironia non possiamo sottolineare arrivare proprio nel
momento in cui sull'altra sponda milanese giungono notizie di maretta
tra Cassano (oggetto dello scambio col Pazzo) e il suo mister. Esce
proprio lui, il Man of the Match di oggi, al 22' per Niang. Il Milan
continua a spingere ed ad andare vicina al poker coi vari Boateng ed
El Sha, anche se i ritmi sono decisamente calati. Alla mezz'ora è il
momento di Robinho al posto di Boateng. C'è ancora tempo per una
traversa di Niang al 42', quando ormai la partita non ha più nulla
da dire. Si chiude con un bel tris la serata, terzo posto e,
ciliegina sulla torta, riusciamo anche a non prendere gol. El
Sha+Pazzo sono la coppia gol del campionato, davanti ad Hamsik-Cavani
(ma noi abbiamo oltre a loro anche un certo Super Mario e i vari
Niang, Boa, Robinho etc). Da qui in poi ogni partita sarà una finale
certo, ma noi ci siamo e con buone possibilità di passare il turno
in Champions abbiamo dimostrato come il brutto anatroccolo delle
prime partite si è trasformato in uno splendido cigno.
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