sabato 30 marzo 2013

Calcio – Cuore rossonero: vittoria sotto la pioggia al Bentegodi


É stata una settimana ricca di eventi, nonostante lo stop per le nazionali: due le tragedie che hanno colpito la società e i tifosi, con la dipartita del giornalista Claudio Lippi e del cantautore Enzo Jannacci, e nuove polemiche ad accompagnare la brutta faccenda dell'Is Arenas. Tutto sommato l'unica sorpresa vera in formazione è l'introduzione dal primo minuto di Robinho. Il campo è pesante visto che come in mezza Italia piove da giorni, anche se ha smesso pochi minuti prima dell'inizio del match. Il gioco è quindi lento e compassato; entrambe le squadre faticano a creare azioni degne di nota su un terreno così, ma il Chievo ad onor del vero è più pericoloso di noi nei primi venti minuti. Al 25' però la partita si sblocca: un calcio di punizione di Balotelli trova, sulla respinta del portiere del Chievo, il guizzo vincente di Montolivo. È 0-1, alla prima azione offensiva troviamo il gol ma è da qui che si inizia a fare sul serio. I veneti non mollano, anzi sono anche un pò troppo aggressivi in alcune entrate. Al 40' altra punizione di SuperMario e altra respinta di Puggioni, ma stavolta nessuno dei nostri va al tap-in. Lo stesso avviene due minuti dopo. Il termine del primo tempo è ricco di scontri e povero di occasioni, così si va al riposo con un solo gol di distacco. Milan non brillantissimo, che col minimo sindacale riesce comunque ad ottenere un vantaggio che la pone momentaneamente al secondo posto, il Chievo fa quanto in suo potere mettendo in campo un grande orgoglio, che però di fronte allo strapotere tecnico del Diavolo nulla può. Il secondo tempo inizia sotto la pioggia, ma nonostante questo i ritmi sono buoni anche se i tiri più pericolosi arrivano sempre da punizione. È ormai un duello tra il Balo e Puggioni. Anche Robinho vuol dire la sua, ma il suo destro viene parato dal portiere clivense. Un paio di minuti dopo, al 70', è stavolta Abbiati ad essere impegnato da Luciano, ma il nostro la mette in corner. Ormai è un vero e proprio acquazzone, eppure la partita rimane piacevole. Mentre si avvicinano gli ultimi 10 minuti, arriva il secondo giallo per Dainelli che lascia il Chievo sotto, oltre che di un gol, anche di un uomo. Al 39' esce Robinho stremato (non giocava dal primo minuto da dicembre) ed entra Niang. Ultimi istanti di puro possesso palla, ma il Chievo non ci sta e si rischia un paio di volte con palle vacanti nella nostra area. È la forza della disperazione ma i nostri tengono bene. Il triplice fischio arriva a sancire una vittoria non semplice ma fortemente voluta, una prova corale di concretezza più che di spettacolo ma sono comunque 3 punti che permettono di stare lassù, cercando la qualificazione diretta alla Champions.

domenica 24 marzo 2013

F1 – GP Malesia, Vettel vince Alonso subito fuori


Il tempo è quello tipico del luogo: grosse gocce cadono dalle nuvole sul tracciato, ma a tratti il sole cocente della Malesia fa capolino. Le condizioni peggiori per scegliere le gomme, infatti alcuni già vanno fuoripista per raggiungere la griglia. Si va da una scelta Full Wet ad addirittura una gomma da asciutto, ma alla fine tutti partono con le intermedie. Raikkonen viene retrocesso di 3 posizioni per aver ostacolato Rosberg in qualifica. Alla partenza si tamponano Vettel ed Alonso; invece di rientrare alla fine del primo giro la Ferrari tenta l'azzardo, piuttosto incomprensibile, di proseguire e così facendo l'ala si rompe del tutto, eliminando lo spagnolo dalla gara. Davanti si piazzano subito le due Red Bull, con Webber che riesce a fare finalmente una gran partenza. Immediatamente dietro le due Mercedes. Vettel e Massa al 6º giro sono i primi a cambiare le gomme e montare le medie, seguiti man mano da tutti gli altri. E ai box se ne vedono di ogni: le Force India che rientrano contemporaneamente, Hamilton che si dimentica di aver cambiato squadra e si ferma alla McLaren (!!!), qualche scontro senza conseguenze e comiche varie...tornando con un occhio alla gara vediamo come davanti dopo 15 giri non è cambiato nulla se non uno scambio di posizioni tra le due Red Bull. Si torna ai box intorno al ventesimo giro, nuovi problemi per Force India ma stavolta niente show, solo il ritiro di Di Resta. Neanche dieci giri dopo si ritira anche Sutil. È scontro al rientro dall'ultimo pit stop tra compagni di squadra: quando mancano una decina di giri Vettel tallona e infine passa Webber, Rosberg e Hamilton fanno lo stesso tra loro dietro, ai muretti c'è tensione e non si festeggia come al solito all'arrivo. Massa limita i danni per la Ferrari arrivando 5º. Ci saranno spiegazioni da darsi tra i piloti dei due team sul podio, ma secondo noi Vettel ha fatto bene a rischiare, cosa che l'ha portato a vincere anche contro il volere della sua stessa squadra, mentre non approviamo gli ordini di scuderia della Mercedes a Rosberg che ha praticamente dovuto lasciare il podio ad Hamilton: compagni o no, vince chi va più veloce, anche se a discapito del marchio. Questo vuole lo sport, il resto è business.

Voto 9 a...Red Bull: aria di burrasca e non parliamo del meteo. Webber ha più l'aspetto del pugile, pronto a sferrare qualche gancio, che del pilota quando arriva al parco chiuso. Comunque che si tratti del deluso australiano o del vincente tedeschino, ancora una volta anche quest'anno la loro scuderia si dimostra quella da battere, quella più regolare e che riesce sempre a trovare, anche in condizioni molto particolari come quelle di oggi, l'assetto migliore.

Voto 8 a...Mercedes: rispetto allo scorso anno un salto di qualità notevole, ma...c'è un ma. Rosberg non è contento di essere ancora considerato la seconda guida, e fino alla fine della gara rimane attaccato ad Hamilton per dimostrare il suo valore. Tecnicamente è chiaro che i cambiamenti fatti anche a livello di management stanno già portando risultati, da rivedere però i rapporti tra i piloti, anche se l'inglese fa poi il diplomatico.

Voto 2 a...i box: ok situazione al limite dell'umano tra un caldo tropicale e l'incertezza del prossimo monsone, ok la tensione della gara e siamo appena ad inizio stagione, però c'è stato un momento in cui mi è partita in automatico la musichetta di Benny Hill nel vedere certe scene. Possibile che gente strapagata e con grandi responsabilità riesca a fare certe figure di m...?? Ebbene signori, sì è possibile!

sabato 23 marzo 2013

F1 – Qualifiche Sepang, dietro al solito Vettel si vedono le due Rosse


Con Kimi “Iceman” Raikkonen che a sorpresa è davanti a tutti nella classifica piloti dopo la prima gara, si arriva al secondo appuntamento in Malesia col suo caldo umido e le sue piogge improvvise e torrenziali. Fortunatamente, a differenza di settimana scorsa in Australia, si parte senza intoppi e senza nuvole. A Sepang ricordiamo l'asfalto è particolarmente abrasivo, inoltre c'è curiosità per vedere chi monterà da subito le gomme morbide per potersi qualificare. Vergne, Bottas, Bianchi, Pic, Chilton e Van der Garde vanno subito fuori in Q1; Vettel si salva per un pelo, davanti c'è Sutil con la Force India. Q2 che fa appena in tempo ad iniziare che subito comincia a scendere l'acqua, dapprima solo con qualche goccia tale da permettere ai primi in pista di fare un giro lanciato, ma facendosi pian piano più insistente, non permettendo così a diversi piloti di qualificarsi per la pole. Questi sono Grosjean, Hulkenberg, Ricciardo, Gutierrez, Di Resta e Maldonado (senza tempo). Top 10 che si decide quindi sul bagnato, anche se qualche timido raggio di sole riesce già ad asciugare alcuni tratti. Ovviamente in queste condizioni tutti scendono con le intermedie; incredibili le Red Bull che sono andate parecchio male nelle sessioni precedenti eppure riescono a marcare tempi record sotto la pioggia. Ma anche Hamilton ci crede; la pole sembra una cosa tra di loro ma nell'ultimo giro Alonso si mette davanti a tutti. La sua gioia dura poco però, perchè Vettel chiude la sua qualifica con un secondo meno dello spagnolo, che si vede scavalcato anche dal compagno Massa. Domenicali però è cauto e non festeggia; sa che domani sarà realmente un altro giorno, con un meteo assolutamente imprevedibile tutto sarà possibile. Red Bull che si dimostrano imbattibili in qualifica, ma non così in gara, mentre la Ferrari si gode il buon momento di Massa e il solito Fernando.  

domenica 17 marzo 2013

F1 – Qualifiche GP Australia, caos meteo ma la spunta il solito Vettel


Ci siamo. Finalmente dopo fiumi di parole, proclami e polemiche più o meno tipiche del circus, si parte con le prime qualifiche dell'anno, a Melbourne in Australia. E se è valido il detto per le spose, sarà un anno fortunato: infatti sabato piove a dirotto sul circuito, tanto da far slittare, dopo due uscite della safety car, di 30 minuti il Q1, e partire quindi alle 17,30 ora locale. Curiosità ovviamente per vedere le new entry ma anche i nomi noti che hanno cambiato monoposto, perché è solo adesso che contano davvero le prestazioni. Con l'attesa aumentano i possibili problemi di aquaplaning ma anche di visibilità, sia per la pioggia che per le tenebre che sopraggiungono. Vettel, campione in carica, si è dimostrato nuovamente il pilota da battere durante le libere. Mercedes prime a saggiare l'asfalto, naturalmente tutti con le Full Wet. Clamoroso testacoda e paura per Hamilton dopo pochi minuti, la sua vettura rimane parcheggiata una manciata di secondi ma dopo qualche manovra riesce a ripartire, seppur con un'ala danneggiata. Uscite, 360° e simili anche per Webber, Massa e Perez. Nulla di grave comunque, anzi verso la fine della Q1 tutti montano le intermedie con la pista che man mano si asciuga. Pic e Gutierrez toccano le barriere proprio negli ultimi secondi e vengono eliminati insieme a Chilton, Van der garde, Bianchi e Maldonado, unica vera sorpresa. Ci si ferma nuovamente per la pioggia battente al termine della prima sessione, il tutto viene rinviato e rinviato di continuo, e quando l'attesa si avvicina all'ora la conferma: si riprenderà domenica mattina per la Q2 e Q3. Alla ripresa, ore 1 italiana, qualche rovescio passeggero è ancora presente ma decisamente meno forte: allora tutti dentro con le intermedie. C'è bagarre perchè il cielo è comunque piuttosto scuro e nessuno vuole rischiare di non qualificarsi a causa di un peggioramento delle condizioni improvviso. A cinque minuti dal termine della Q2 le McLaren tentano per prime l'azzardo delle Super-soft, ma è davvero troppo presto. Perez infatti non riesce a passare alla fase successiva, a differenza del compagno Button che torna velocemente sui suoi passi e riesce ad inserirsi nella top ten, così come le due Ferrari, le due Red Bull e tutti i big. Ora la pista è davvero asciutta, e il campione del mondo in carica inizia a mostrare davvero di che pasta è fatto, lasciando tutti gli altri a più di 1 secondo con le intermedie. Negli ultimi giri si montano le super-soft alla ricerca del giro veloce e così si avvicinano ai tempi di Vettel il compagno Webber e Hamilton che vanno così a coprire le prime tre posizioni, seguiti dalle due Ferrari quarta (Massa) e quinta (Alonso). Se le condizioni meteo rimarranno queste tra qualche ora, alla partenza della gara, non sarà facile per nessuno, ma quel che è certo è che ancora una volta le Red Bull sono le vetture da battere. Buon avvio di stagione per la Mercedes, Rosse che puntano quantomeno al podio e che rispetto ad un anno fa sono sicuramente in una posizione molto più incoraggiante e positiva.

mercoledì 13 marzo 2013

Calcio – Cuore rossonero: umiliazione al Camp Nou, addio Champions!


Remontada, questa la parola d'ordine del Barcellona che in casa cerca di ribaltare il risultato avverso dell'andata. Per entrambe le squadre in campo si parte col 4-3-3 classico: a Messi, Villa e Pedro rispondono El Shaarawy, Niang (che sostituisce l'infortunato Pazzini) e Boateng. Un poco di arroganza da parte dei catalani (e 0 scaramanzia visti i precedenti proprio col Milan nel '94 nella mitica finale di Atene del roboante 4-0 rossonero e con l'Inter nell'anno del Triplete) che nei giorni che hanno preceduto questa sfida hanno dato per scontato il passaggio del turno, come Messi nella foto qui riportata. È proprio lui che a neanche cinque minuti dal fischio d'inizio porta in vantaggio i blaugrana partiti subito fortissimo. Milan assolutamente in bambola, non riescono a giocare una palla buona che sia una: è assedio Barça. Di nuovo il Pallone d'oro ci va vicinissimo al 12' dopo una ribattuta della traversa. Ok è ufficiale: è tornato il vero Barcelona. Al quarto d'ora la difesa si addormenta e Abbiati scivola; questa volta la dea bendata rimedia, ma il Diavolo non può giocare così! Col passare dei minuti inevitabilmente il ritmo si abbassa e i rossoneri riescono ad arrivare anche davanti alla porta, ma con nessuna vera occasione a parte il palo colto da Niang al 38', a cui due minuti più tardi risponde di nuova la Pulce con un tiro da fuori. Messi però non sbaglia, 2-0 e tutto da rifare. Milan imbarazzante, Barcellona che torna ai suoi livelli abituali dopo un periodo poco brillante. L'unico che prova a contrastarli è il Faraone. Pare ci siano 2-3 categorie di differenza tra le compagini, e la tattica usata a San Siro non dà alcun frutto oggi. La ripresa riparte da dove si era concluso il primo tempo, col Barca a fare la partita. Stavolta di minuti ne passano 10 prima di vedere una rete, in questo caso di Villa. Certo passeggiando per il campo non si va da nessuna parte...al 60' Allegri butta nella mischia Robinho e Muntari al posto di Ambrosini e Niang, ma il risultato non cambia. Nella disperazione si tenta anche la carta dell'ex, inserendo Bojan per Flamini, ma prosegue essenzialmente il monologo spagnolo che vede al 92' anche il gol di Jordi Alba. Alla faccia di chi li dava per sfavoriti o addirittura sul finire di un ciclo. Non sappiamo dire onestamente se un'altra squadra avrebbe potuto tener testa agli 'alieni' del Camp Nou, di certo stasera il Milan non ci ha neanche provato, ed è questa la cosa che spiace di più. I giocatori non si nascondono dietro quella che poteva essere (a detta dei commentatori sportivi italiani) la svolta della partita, il palo nel primo tempo di Niang; su questo tenore capitan Ambrosini "non è la partita che dovevamo fare", punto. Che questa onestà serva per restare umili e cercare la certezza della qualificazione nella prossima stagione europea.

sabato 9 marzo 2013

Calcio – Cuore rossonero: pioggia e veleni, ma la vittoria è nostra


Proprio un girone fa iniziò la nostra grande rimonta. In quest'anticipo ad affrontare un Genoa che sta facendo bene nelle ultime giornate ma che ancora lotta per la retrocessione, torna Niang e in panchina va il Balo. Boateng a riposo in un accenno di turnover pensando, ma solo un pochino, alla sfida di Champions. Rientra Constant e l'ottimo De Sciglio (già proclamato erede di capitan Maldini) si riprende la fascia di competenza. A Marassi piove ma più importante è il clima sugli spalti, dove il ricordo della tragedia di Spagnolo è sempre vivo. Molti sono gli ex di turno, dal Boa al Faraone passando per Constant. Il campo, già certo non dei migliori, è ulteriormente appesantito dalla pioggia che fa da padrone per i primi minuti di gioco. E' solo intorno al 20' infatti che giunge il primo tiro in porta con Niang; il guizzo giusto però arriva da un'altro dei nostri attaccanti, Pazzini, che dopo un brutto fallo subito tira fuori gli attributi e due minuti dopo dal limite dell'area avversaria la mette sotto la traversa. Neppure il tempo di festeggiare, lo stesso Pazzo è costretto ad uscire e lasciare il posto a Balotelli. Si comincia finalmente a capire come muoversi nel pantano del Ferraris ed entrambe le squadre macinano km, ma senza creare palle gol. Ad onor di cronaca, il Genoa si lamenta di tre possibili rigori di cui 2 per fallo di mano, che l'arbitro decide di non fischiare, secondo chi scrive giustamente. Ma la partita nel frattempo si è incattivita, almeno da parte dei Grifoni, che dopo il pessimo intervento di Portanova su Pazzini che ha fatto infuriare anche Galliani in tribuna, proseguono prendendosela tra gli altri con Balotelli già claudicante di suo che riceve un calcio nello stomaco. Pare più un incontro di boxe che di calcio, non esattamente il modo migliore per tenere distesi gli animi dei tifosi, ma tant'è. Il primo tempo si conclude dunque col vantaggio trovato in una delle rare occasioni avute, che però passa in secondo piano rispetto all'infortunio di Pazzini. La speranza è rivederlo già martedì al Camp Nou, ma chissà se sarà possibile. All'inizio della ripresa entra Yepes al posto di Mexes, che si affianca così al connazionale Zapata. Al 4' l'aggressività dei rossoblu gli regala un palo pieno; altri 4 minuti per ammirare il primo tiro della partita da parte di Super Mario. Quando si avvicina il quarto d'ora esplode il destro di Flamini deviato da Frey, antipasto perfetto al quinto gol di Balotelli imbeccato alla perfezione da Zapata. Rissa al 20' con Constant che prende un calcione da dietro, reagisce e viene espulso per somma di ammonizioni. Entra così Abate al posto del povero Faraone che viene anche fischiato dai suoi ex tifosi. Il match si trasforma così in un'assedio genoano, solo l'attenzione e la prontezza di riflessi di Abbiati evita il peggio. Con tanta, tanta fatica però si riesce a portarla a casa e nonostante l'inferiorità numerica, senza subire neppure gol. Si sale a 51 punti, sempre più vicino al Napoli seconda e a +4 dalla Lazio. Il Genoa c'ha provato mettendola sul piano esclusivamente nervoso, tattica che a volte paga ma che difficilmente può darti i tre punti, essenziali come l'aria per una compagine che sgomita nelle retrovie. Spiace ancora sottolineare come non solo i giocatori in campo ma persino i dirigenti invece di tenere un profilo basso durante e dopo la partita continuino imperterriti a gettare benzina sul fuoco dei roghi mediatici alla classe arbitrale. Non abbiamo visto errori così eclatanti da ammettere teatrini, che noi per molto peggio tra l'altro non abbiamo mai fatto. Questione di stile. E ora è ufficiale: la testa è già a Barcellona.

domenica 3 marzo 2013

Calcio – Cuore rossonero: 3 gol per la terza posizione


Al posto dello squalificato Mexes torna Yepes nell'ormai consolidato 4-3-3. Pazzini dentro per l'infortunato Balotelli. Neanche 3 minuti bastano già per trovare due palle gol (e un possibile rigore non dato sul Faraone) per El92 e il Pazzo, che mostrano di trovarsi a meraviglia. All' 11' ancora Pazzini che non fa rimpiangere il Balo con un ottimo cross a cercare la cresta di El Shaarawy. Al quarto d'ora Rizzoli-show: altro dubbio su un fallo al limite dell'area laziale, l'arbitro non sa bene che fare e perde 2-3 minuti a discuterne coi giocatori per poi decidere per l'espulsione di Candreva (chiara occasione da gol) e alla fine si va di punizione dal limite. Anche De Sciglio per un soffio non trova la porta al 26'. Il Pazzo nuovamente protagonista con una sorta di rovesciata al 36' che si alza proprio davanti la porta, ma la gioia vera non tarda ad arrivare a cinque minuti dalla fine del primo tempo, quando un parapiglia in area biancoceleste fa arrivare la palla al Pazzo che non perdona. Ma non è ancora finita: al 44' c'è ancora tempo per il gol del Boa che la mette dentro da una respinta di Marchetti. Il portiere laziale ha più di qualche colpa su entrambe le reti, ma in generale la sua squadra ha smesso di giocare dopo essere rimasti in 10. Secondo tempo con Zaccardo che fa il suo debutto al posto di Zapata. Dopo un quarto d'ora iniziale di tranquillità arriva anche la doppietta di Pazzini con un tiro dalla distanza, che con un pizzico di ironia non possiamo sottolineare arrivare proprio nel momento in cui sull'altra sponda milanese giungono notizie di maretta tra Cassano (oggetto dello scambio col Pazzo) e il suo mister. Esce proprio lui, il Man of the Match di oggi, al 22' per Niang. Il Milan continua a spingere ed ad andare vicina al poker coi vari Boateng ed El Sha, anche se i ritmi sono decisamente calati. Alla mezz'ora è il momento di Robinho al posto di Boateng. C'è ancora tempo per una traversa di Niang al 42', quando ormai la partita non ha più nulla da dire. Si chiude con un bel tris la serata, terzo posto e, ciliegina sulla torta, riusciamo anche a non prendere gol. El Sha+Pazzo sono la coppia gol del campionato, davanti ad Hamsik-Cavani (ma noi abbiamo oltre a loro anche un certo Super Mario e i vari Niang, Boa, Robinho etc). Da qui in poi ogni partita sarà una finale certo, ma noi ci siamo e con buone possibilità di passare il turno in Champions abbiamo dimostrato come il brutto anatroccolo delle prime partite si è trasformato in uno splendido cigno.