Proprio
un girone fa iniziò la nostra grande rimonta. In quest'anticipo ad
affrontare un Genoa che sta facendo bene nelle ultime giornate ma che
ancora lotta per la retrocessione, torna Niang e in panchina va il
Balo. Boateng a riposo in un accenno di turnover pensando, ma solo un
pochino, alla sfida di Champions. Rientra Constant e l'ottimo De
Sciglio (già proclamato erede di capitan Maldini) si riprende la
fascia di competenza. A Marassi piove ma più importante è il clima
sugli spalti, dove il ricordo della tragedia di Spagnolo è sempre
vivo. Molti sono gli ex di turno, dal Boa al Faraone passando per
Constant. Il campo, già certo non dei migliori, è ulteriormente
appesantito dalla pioggia che fa da padrone per i primi minuti di
gioco. E' solo intorno al 20' infatti che giunge il primo tiro in
porta con Niang; il guizzo giusto però arriva da un'altro dei nostri
attaccanti, Pazzini, che dopo un brutto fallo subito tira fuori gli
attributi e due minuti dopo dal limite dell'area avversaria la mette
sotto la traversa. Neppure il tempo di festeggiare, lo stesso Pazzo è
costretto ad uscire e lasciare il posto a Balotelli. Si comincia
finalmente a capire come muoversi nel pantano del Ferraris ed
entrambe le squadre macinano km, ma senza creare palle gol. Ad onor
di cronaca, il Genoa si lamenta di tre possibili rigori di cui 2 per
fallo di mano, che l'arbitro decide di non fischiare, secondo chi
scrive giustamente. Ma la partita nel frattempo si è incattivita,
almeno da parte dei Grifoni, che dopo il pessimo intervento di
Portanova su Pazzini che ha fatto infuriare anche Galliani in
tribuna, proseguono prendendosela tra gli altri con Balotelli già
claudicante di suo che riceve un calcio nello stomaco. Pare più un
incontro di boxe che di calcio, non esattamente il modo migliore per
tenere distesi gli animi dei tifosi, ma tant'è. Il primo tempo si
conclude dunque col vantaggio trovato in una delle rare occasioni
avute, che però passa in secondo piano rispetto all'infortunio di
Pazzini. La speranza è rivederlo già martedì al Camp Nou, ma
chissà se sarà possibile. All'inizio della ripresa entra Yepes al
posto di Mexes, che si affianca così al connazionale Zapata. Al 4'
l'aggressività dei rossoblu gli regala un palo pieno; altri 4 minuti
per ammirare il primo tiro della partita da parte di Super Mario.
Quando si avvicina il quarto d'ora esplode il destro di Flamini
deviato da Frey, antipasto perfetto al quinto gol di
Balotelli imbeccato alla perfezione da Zapata. Rissa al 20' con
Constant che prende un calcione da dietro, reagisce e viene espulso
per somma di ammonizioni. Entra così Abate al posto del povero
Faraone che viene anche fischiato dai suoi ex tifosi. Il match si
trasforma così in un'assedio genoano, solo l'attenzione e la
prontezza di riflessi di Abbiati evita il peggio. Con tanta, tanta
fatica però si riesce a portarla a casa e nonostante l'inferiorità
numerica, senza subire neppure gol. Si sale a 51 punti, sempre più vicino al
Napoli seconda e a +4 dalla Lazio. Il Genoa c'ha provato
mettendola sul piano esclusivamente nervoso, tattica che a volte paga
ma che difficilmente può darti i tre punti, essenziali come l'aria
per una compagine che sgomita nelle retrovie. Spiace ancora
sottolineare come non solo i giocatori in campo ma persino i
dirigenti invece di tenere un profilo basso durante e dopo la partita
continuino imperterriti a gettare benzina sul fuoco dei roghi
mediatici alla classe arbitrale. Non abbiamo visto errori così
eclatanti da ammettere teatrini, che noi per molto peggio tra l'altro
non abbiamo mai fatto. Questione di stile. E ora è ufficiale: la
testa è già a Barcellona.
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