lunedì 6 agosto 2012

"Impiegato per hobby" di Enrico Martelloni - In viaggio per la vittoria parte 4


Svegliarsi la mattina di fronte ad un Motel su i sedili di uno scomodissimo autobus è una cosa da provare. La notte dopo, quando finalmente ti riposi nel tuo letto, lo apprezzi con gran gioia, sprofondando sotto le lenzuola profumate, mentre stringi il guanciale e la sua federa odorosa di lavanda. Il primo a svegliarsi in quell’improvvisato accampamento, fu Simone: capelli ritti, sguardo perso nel vuoto, alito pesante. Così tutti, uno dopo l’altro, abbandonarono il loro scomodo giaciglio con lo spazzolino in pugno, per affrontare l’aria frizzante del piazzale di fronte al motel e cominciare la giornata ai bagni pubblici, là dove era finita la sera prima. L’anziana donna delle pulizie era di nuovo presente ed affaccendata. Cercava qualcosa carponi che non riusciva a trovare. Un colpo di impressionate violenza da sotto il tavolo fece sobbalzare la ciotola con le monetine e tutti quei ragazzoni in fila ancora addormentati. “Chi me lo ha levato?” gridò stizzita piegata da sotto il tavolo. “Chi?...Chi ha potuto?” ripetè più forte. “Sì. Chi?” pensarono i ragazzi “Soprattutto chi glielo ha messo. Costui deve aver avuto molto coraggio, perbacco”. Era, invece, solamente, che la signora delle pulizie aveva spostato il disinfettante da un’altra parte e non lo trovava più. “Ah eccoti, sei qui sudicione, ti ho trovato” disse con confidenziale soddisfazione. Tutti si sentirono più lieti e sollevati davanti a queste parole e poterono continuare con serenità le operazioni igieniche mattutine. Per la prima colazione, l’allenatore volle tutti i ragazzi vicino per dare alcuni suggerimenti e raccomandazioni per questa trasferta contro il Toro. Fuori del bar, Leo comprò il giornale all’edicola. Un brivido lo attraversò per tutta la schiena senza aver capito nulla del titolo che a caratteri cubitali dominava la prima pagina: “Il Prato è promosso in serie A“. Il sottotitolo, spiegava: “Farà il suo esordio oggi pomeriggio a San Siro contro il Milan“. Lo spavento fu enorme, quando pian piano le lettere si ricomposero nella sua testa intorpidita dal sonno.  Davanti ai suoi occhi apparve chiaro, il titolo del giornale, come quei dadoni con lettere che i bambini piccini mettono assieme per celia, componendo, così, per caso, un verso della Divina Commedia , facendo rabbrividire, inevitabilmente gridare, alle mamme inorgoglite al colmo dell’isteria “E’ stato il mio! Il mio bambinooo!” Nel bar, tutta la truppa era seduta ad affrontare cappuccino e ciambelle; chi sorseggiando il caffellatte da una parte, chi biascicando quei cornetti ripieni di golose creme dolciastre, quando Leo si presentò trafelato con volto bianco e sudaticcio. Pareva che la morte gli avesse fatto visita. Si fosse presentata con educazione e gli avesse lasciato un gelido biglietto da visita con numero di cellulare ed indirizzo di posta elettronica per ogni evenienza; non si sa mai…i casi della vita. Agli altri seduti, che lo guardavano come fosse un fantasma, l’autista mostrò la prima pagina del quotidiano sportivo, senza riuscire a proferir parola. “Che ti hanno fatto un clistere?” disse qualcuno ridendo. Il silenzio, però, troncò sul nascere la risata, quando quei caratteri cubitali riempirono gli occhi di tutti. La notizia era vera. Fu allora che la Tragedia, vestita di tutto punto, sfilò in quel momento davanti ai loro occhi, gli girò intorno con un gran passo di valzer, poi s’inchinò e si mise a guardare quei visi di bischero sfigurati dall’orrore. Qualche attimo dopo, Leo trovò un filo di voce e la forza di sussurrare “C’è anche in prima pagina sull’Osservatore Romano col titolo: MIRACOLO!” Qualcuno pianse, qualcuno svenne, “Oh…cielo.”. Altri invece, ridevano in modo nervoso accompagnati da ridicolo tic, di altri ancora non oso commentare. Uno scappò via a braccia aperte e bocca spalancata, afono e gli occhi sbarrati persi nel nulla. Lo ritrovarono dopo un bel pezzo che tutti si erano ripresi dall’emozione, nello sgabuzzino dei cenci assieme alla donna delle pulizie. Per accertarsi che non fosse uno scherzo furono fatte alcune telefonate agli uffici competenti. 


Fine quarta parte

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