martedì 31 luglio 2012

"Impiegato per hobby" di Enrico Martelloni - In viaggio per la vittoria parte 1


Quello che ci apprestiamo a pubblicare è un racconto a puntate a tema calcistico, il quale benchè scritto dal nostro amico Enrico nell'ormai lontano 2005, è ahimè ancora di stretta attualità. Non si scandalizzino i signori benpensanti: naturalmente è una storia di fiction, colorita e romanzata come si confà alla zona di provenienza dell'autore. Per lo stesso motivo, nessuno si senta 'parte lesa': qui non solo non vogliamo riportare un fatto di cronaca, ma tantomeno puntare il dito su nessuno e ogni nome di persona o cosa è citato solo per dare un contesto realistico ad una vicenda fittizia. Questa è prima di tutto una storia italiana, che pur non riferendosi a nessuno in particolare, vuole raccontare a suo modo le vicende di Calciopoli & company mettendosi nei panni dei diretti interessati, con tanta simpatia e nessuna cattiveria. Buona lettura! :)


“Bene si parte...” L’autobus dei calciatori dell’A.C. Prato infine si mosse dallo stadio “Lungobisenzio” per la sua destinazione. “La prima della stagione si gioca fuori…” pensò l’autista, mentre i giocatori, dietro, si sistemavano comodi a sedere. Alcuni di loro guardavano fuori del finestrino, altri erano impegnati a sfogliare giornali sportivi, qualcuno, con aria inespressiva un po’ ebete, provava ad esplorare le narici con tutta la falangetta del dito indice, facendo poi, in modo appropriato del contenuto trovato, delle palline rotonde tra pollice e l’anulare, perfette sferette da gettare sul capo del collega seduto davanti. Zac!
“Oh…per viaggiare bene basta prendere l’autostrada A1!” disse scherzoso Simone, il fisioterapista della squadra, sapendo bene che la via da prendere era l’A11, direzione Genova. “Sì, ma la devi prendere bene, bene, perché ora siamo in C2!” “Che cominci subito te, non siamo ancora partiti e fai le battute a bischero! Come se si giocasse a Basket. Al calcio c’è soltanto la Serie A, per chi ci può giocare”. “Tranquillo“ ribatté l’autista a Marco, accompagnatore della società. “Con questa squadra, vero Mister…Questo anno non ce n’é per nessuno!“ Un sorriso appena abbozzato affiorò sul viso sereno dell’allenatore che si era voltato verso il finestrino senza rispondere. “Ma quando! Siamo ancora sul viale Marconi e si comincia già…” pensò il Mister. “Si va a Carrara…!“ Esclamò Leo, l’autista, e inforcò la strada giusta per Pisa.
Un momento, addio. L’autobus frenò bruscamente. Il portiere titolare della squadra volò via dal suo posto a sedere, con un tuffo così lungo che, diremmo con un esempio sportivo, da palo a palo, fino sbattere con la testa quasi alla consolle del guidatore, ma nessun l’apprezzò, sicché disse fra sé e sé, che la prossima volta col cavolo...!  La radio, nel frattempo, aveva capitalizzato le attenzioni di tutti, e diceva ”Dunque ricapitolando…in base al regolamento e alle decisioni improcrastinabili prese dalla federazione calcio, sarà retrocessa in C1 il Perugia e promosso dalla C2…vediamo un po’…che non ci capisco più nulla…ecco sì…Il Prato! Prato, che non giocherà più a Carrara la prima di campionato, ma appunto a Perugia. E devono far presto, perché sono già un po’ arrabbiati ad aspettarli”. Il tempo di un fulmine, come se si decidesse in un attimo il destino di tutti, prima di schiantarsi sulla segnaletica Firenze – Bologna – Roma – Pisa – Genova ormai di fronte, Leo sterzò bruscamente a sinistra e imboccò la strada giusta che portava, era vero, sull’A1 verso Perugia.  “Alé, Alé, te l’avevo detto siamo in A!” esclamò ridendo Simone e tutti, allenatore compreso, si congratularono fra loro meravigliati per quest’insperata promozione in C1. L’allenatore, ad ogni modo rimasto il più lucido, mentre gli altri non sapevano contenersi dalla gioia, era un po’ preoccupato.

Fine della prima puntata

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